venerdì, dicembre 17, 2010

OGGI E' UN BEL GIORNO PER CORRERE



Dal Libeccio con 15° o giu’ di li’ di qualche giorno fa, siamo passati al sottozero con una certa nonchalance.

Ieri, 16 Dicembre, e’ stato uno dei giorni piu’ freddi: secco, tramontana tesa, sole che butta spilli con la tecnica bastone/carota. Torno con il freddo nelle ossa, manco fossi stata tutta la mattina al gelo e immobile. Entrando in casa mi dico che non potro’ avere nemmeno la forza di levarmi il cappottino, figuriamoci pensare di sgambettare fuori. Eppure il nefasto pensiero dura un minuto: subito dopo mi ritrovo a scaraventare borsa e strati di vestiario come se lanciassi un giavellotto ingombrante. Meglio non ripensarci, mi dico.

Agguanto l’equipaggiamento e mi infilo in bagno a cambiarmi.

Il dilemma maggiore si concentrava sul fatto di indossare una t-shirt sopra il top oppure solo una canottierina (con l’occhio destro scrutante in alto, stavo ipotizzando il solo toppettino e via, maremma incauta). Ha la meglio questo abbinamento:

top+canottiera+felpa (tutto a misura aka stretto), calzamaglia 3/4 (scartati i pantaloni lunghi secondo strato).

Fuori sono 2° circa ma, appunto, la Tramontana e’ tesa e l’abusata “percezione” si attesta decisamente allo 0° o anche meno.

Eppure c’e’ sempre quella sensazione, quella chiara sensazione, ogni volta che ci si prepara con l’abbigliamento da corsa: la realta’ diventa piu’ soggettiva del normale e la temperatura interna sembra aumentare senza spiegazione, come se fosse un codice HTML inamovibile.


Calzo tutto per bene, soprattutto le scarpe, con le stringhe strette ad hoc (la sola immagine di un paio di stringhe che si sciolgono mentre si va, e’ roba da bestemmia assoluta), le scarpe sembrano avere tacchetti tanto sono ammortizzate e sempre “nuove”, lascio passare il filo degli auricolari lentamente lungo la schiena fino alla taschina dei pantaloni, inarcandomi leggermente in un delicato stretching, cerco l’iPod, lo collego, prendo le chiavi.

Pronta.

Manca solo di passare davanti al barattolino del miele (castagno, utile per la gola e raffreddamenti, cosi’ mi sembra), estrarre un bel mezzo cucchiaino di nettare, assaporarlo un po’ e lasciare il resto in sospeso sulle papille gustative per i primi minuti di corsa. In un certo senso, e’ come se fosse un metodo di distrazione dall’attrito dei primi passi, aldila’ della razione glucidica.

Arrivo al marciapiede facendo partire iTunes, settando il Nike+GPS, con sferzate agghiaccianti che mi fanno offrire la schiena ingobbita come riparo, ma esponendo quella razione di collo-zona cervicale, tanto indifesa e candida.


“Starting Workout” mi dice la voce di questa sportivona autorevole che ad ogni KM mi fa la conta di tutto. C’e’ tanto sole, sono le 2, quelle assolate e silenziose che amplificano le sensazioni belle, e io corro. Il primo pensiero che mi attraversa la mente e’ che “Oggi e’ un bel giorno per correre, oggi e’ un giorno buono”.

Mi ritrovo a vedermi dall’esterno che biascico come una ruminante provetta o come se stessi destreggiandomi con una gomma riottosa: e’ quell’appiccichio del miele che in alcuni punti si confonde con la crema al burro di karite’ che ho messo agli angoli della bocca, quegli angoli su cui per vizio antico, soprattutto in inverno, passo la lingua, inconsapevolmente come mordersi le unghie, e che espongo ai peggiori taglietti sanguinanti della storia umana. Karite’ e miele al castagno sanno di buono, in fondo.


Altrettanto inavvertitamente il 1°KM va via liscio come l’olio: in realta’ il piu’ veloce mai fatto fino ad ora. Come mai? Sconto la goduria con crampi dal 2° al 4°KM, non intensi, solo fastidiosi. Mi dico che devo capire perche’ solo nelle ultime 3 corse ho avuto crampi che non conoscevo...Aldila’ della probabile scarsita’ di potassio e magnesio..

“Ora passa, ora passa, tranquilla..” mi suggerisco come se fossi una schizzata visionaria con le voci in testa. In realta’ sembra proprio che la corsa riesca a potenziare questo dialogo interno: si diceva con Reuven che e’ meditazione... Si’, puo’ essere questo l’alibi...

Vedrai passa e infatti passa, senza tanto clamore, passo dopo passo, mentre si anima la strada punteggiata da cani a passeggio, gente incappucciata con perizia, gli allenamenti di calciatori in erba con lo stretching piu’ idiota che si possa concepire, manichini infreddoliti alla fermata dell’autobus. E io che mi fumo l’asfalto con calma, mentre dall’8°KM mi sento sui pattini, con il bacino che cazzeggia felice e una falcata che non e’ profonda ma e’ raccolta e testarda.


Mi dico che posso arrivare fino al punto della corsa piu’ lunga, ossia 11,2KM. Perlomeno. L’entusiasmo del principiante ingenuo prende il sopravvento e arrivo a pensare “Che sara’ mai farsene 42 di KM?...Oggi e’ un peccato fermarsi...” Mi ricordo di quando sono in bici, in quelle giornate “perfette”, in cui i’Gino (aka i’ mi’ Babbo) sentenzia “Vado cosi’ bene da spaccare la bici”. Rende l’idea.

Passato il Guinness personale, mi dico che perlomeno in questa giornata baciata, posso arrivare a 15KM. 15KM! E allora perche’ non fermarsi alla mezza maratona esatta? Giusto per stabilire un punto fermo istituzionale?

Mentre mi arrovello in cotanti ragionamenti, mi accorgo improvvisamente che il sole mi sta abbandonando crudelmente, con l’immediata conseguenza di un certo raffreddamento, in particolar modo alle gambe: la parte piu’ “leggera”. Mi autoesorcizzo e mi convinco che arrivare per forza al 20esimo KM impuntandosi contro tutta la buona corsa messa insieme fin’ora, rischiando di concludere sfinita sia proprio una bischerata.


Cos’e’ 17, cos’e’ 20? “Il 17 sara’ comunque un 20, anche se si definisce 17” (cit. Billy Shake).

Non si puo’ andare contro Shakespeare, non si possono bruciare con pressappochismo 3KM preziosi. Me li centellino, me li coccolo e me li mangio la prossima volta, con lo stomaco pronto ad accoglierli.


17. Passo e chiudo.


SI


6 Comments:

Anonymous Reuven Halevi said...

Sorella di corsa! Grande impresa! Grande traguardo!

E grazie della condivisione. Mi ci riconosco, passo per passo.

Bellissima e acutissima la riflessione sull'aumento del tasso di soggettività nel "leggere la realtà" mentre entri in fase-corsa. Non è casuale per niente. E' il segnale, a mio avviso, che ti stai ricongiungendo alla tua figura "hunter gatherer". Ti stai naturamando, ti stai permettendo di percepire con totale pienezza, e la realtà di addensa...

GENIALE il "trucco del miele"!! Non ci avevo mai pensato - solo quasi, e solo al contrario...ossia, spesso mi sono scolato una tazzina di caffè appena prima di cominciare, e poi mi maledico per buona parte della corsa quando il sapore si fa pesante (amo il caffè, ma come compagno gustativo durante lunghe corse non è il top). Ma il miele - pura natura... Lo devo provare.

Sulla musica, ed eravamo già durante la scelta di abbigliamento entrati nelle 'soggettività', ecco, non mi ci trovo più bene da qualche anno. I primi tre forse quattro anni l'ascoltavo spesso. Ma musiche "da brano" (sarebbero imbranate?) si trasformavano in unità di misura, visto che ogni brano dura dai 3 1/2 ai 7 minuti. E poi, la musica a me non mi "trasporta" più, non facilita niente, non fa passare il tempo (appunto, al contrario lo misura e lo concretizza). Invece mi toglie la attenta non-attenzione sulla corsa in atto e non mi sento più tranquillo. Per dirti, nelle ultime settimane qui a Oslo, con meno 15 sottozero e ghiaccio ovunque, ho corso sui tapis roulant, facendo anche delle mezze. Senza musica, senza video, senza parlare.... Toc-toc-toc-toc per un'ora e mezza.... Trance totale!!! Ma ci sono arrivato, un percorso soggettivissimo.......

Quello che descrivi all'ottavo KM a me sembra tanto "the zone"! No? Dove tutto fa clic! e il l'organismo procede apparentemente cartesianamente verso l'infinito visto che "niente pone" più "alcuna resistenza" (e in fondo, forse, se esiste un "motivo" o un "perché" della corsa, sarà di sperimentare anche solo per qualche minuto quella sensazione....). E giustamente, ecco dove cominci a pensare come fai tu alle distanze enormi, verso...l'infinito.... Ma sai che dalle parti tue ogni anno si organizza una 100KM? Ah, sì, ormai sei una convertita vera.... Che non è solo la follia del momento. Sono convinto che l'organismo ti parla e ti dice cosa può fare, di cosa ha bisogno, ecc. Verso la fine di corse lunghissime comincio a fantasticare, e mi spuntano immagini o di mele, o di cocomeri o di arance o di acqua Claudia....io credo che sia il corpo a dirti esattamente di cosa abbia bisogno. Come, nel tuo caso, il corpo ti ha detto chiaramente che la mezza, ma anche, magari a marzo o magari anche prima, una 42,2!

Ricorda anche che ci si arriva alla maratona intera gettando le basi a tappe. E avendo fatto una 17KM sei su un'ottima strada. Se riesci a farti un altra da 15 (tanto per consolidare sia fisicamente che mentalmente che "io faccio corse più lunghe di 10KM"), poi, più in là una da 20, o perché no, proprio la mezza ufficiale, magari, nei prossimi due/tre mesi anche un paio di mezze, poi una da 30...ed ecco che ci sei: hai le basi per farti una "intera".

Ce l'hai a portata di piede.

E “Oggi è un bel giorno per correre, oggi è un giorno buono” - LO VOGLIO COME EPITAFFIO!!!

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Anonymous Anonimo said...

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