LUCA P. CIARDI "precisazione"
Ciao, sono Luca, il sedicente scrittore che l’amico Fabio ha recensito con tale generosa munificenza. Magnanimità mendace frutto della stima, rispetto e amicizia che nutre per me,- cosa abbia fatto per meritarmi tutto ciò, mi è ignoto-, e che è sinceramente corrisposta. Un’analisi che si spinge ben oltre la mera valutazione oggettiva del romanzo. In tal senso: come mi ero illuso di averlo convinto della mia natura di duro,-non proprio un dirty Callaghan, piuttosto, un eroe più romantico tipo Ronin (samurai senza padrone) stile Itto Ogami, se avete presente-, lo ripeto: che illuso. Fabio mi ha visto per ciò che sono, e ne vado fiero; un Very Normal Person che tenta di procedere lungo un cammino colmo di insidie, tentando di mantenere il rispetto di sé stesso.
Come avrete capito, ho letto ciò che Fabio ha scritto nel suo blog e sto tentando di superare la fremente emozione che mi ha provocato,-alla faccia del mio adamantino carapace caratteriale-, e tuttavia mi trovo nell’imbarazzante situazione di dover dissentire su quello che ha scritto Fabio; almeno per quanto riguarda la frase: “amanti della buona lettura”. Temo che l’aggettivo “buona” sia stato usato impropriamente. Il semplice atto di scrivere non ti rende, necessariamente, uno scrittore.
Altrimenti, chiunque stili la lista della spesa può considerarsi tale, non vi pare? Comunque, c’è un altro aspetto che non ho preso in considerazione, mentre ero tutto preso a cercare un editore che mi pubblicasse: la responsabilità che si deve assumere chi scrive cose che altri leggeranno. Badate bene che io sono d’accordo col vecchio adagio che dice: “se quando parli (nella fattispecie scrivi) nessuno s’incazza, vuol dire che non hai detto (o scritto) niente”. Quello a cui, per l’appunto, mi riferisco sono le responsabilità di una “buona” scrittura, indipendentemente dai contenuti.
Non sono così sicuro di aver espresso della “buona” scrittura. Ecco, lo ho detto, finalmente.
Che venga almeno apprezzata l’obiettività. Ora basta però, ciao a tutti e un sincero augurio di una… “buona” lettura.
Luca P. Ciardi
Come avrete capito, ho letto ciò che Fabio ha scritto nel suo blog e sto tentando di superare la fremente emozione che mi ha provocato,-alla faccia del mio adamantino carapace caratteriale-, e tuttavia mi trovo nell’imbarazzante situazione di dover dissentire su quello che ha scritto Fabio; almeno per quanto riguarda la frase: “amanti della buona lettura”. Temo che l’aggettivo “buona” sia stato usato impropriamente. Il semplice atto di scrivere non ti rende, necessariamente, uno scrittore.
Altrimenti, chiunque stili la lista della spesa può considerarsi tale, non vi pare? Comunque, c’è un altro aspetto che non ho preso in considerazione, mentre ero tutto preso a cercare un editore che mi pubblicasse: la responsabilità che si deve assumere chi scrive cose che altri leggeranno. Badate bene che io sono d’accordo col vecchio adagio che dice: “se quando parli (nella fattispecie scrivi) nessuno s’incazza, vuol dire che non hai detto (o scritto) niente”. Quello a cui, per l’appunto, mi riferisco sono le responsabilità di una “buona” scrittura, indipendentemente dai contenuti.
Non sono così sicuro di aver espresso della “buona” scrittura. Ecco, lo ho detto, finalmente.
Che venga almeno apprezzata l’obiettività. Ora basta però, ciao a tutti e un sincero augurio di una… “buona” lettura.
Luca P. Ciardi